L’ATTESA

Al termine del saggio

le bambine si inchinarono

e le mani batterono forte

accendendo nell’aria la polvere

che esplodeva in invisibili fuochi.

Al rientro si camminava a braccetto

lo sguardo qualche passo più avanti

e i piccoli che sciamavano attorno gridando ce l’hai.

Era stato un anno tranquillo

così sereno che tutti erano felici

ma non senza ombra e a denti stretti

nel timore che la sorte

reclamasse all’improvviso

la sua quota di dolore.

2 risposte a “L’ATTESA”

  1. Mi fa pensare a tempi andati, ma è una notazione personale. Piana, senza spigoli. Bella la chiusa…

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  2. a volte ci vediamo bambini
    non sono ricordi è il presente che porta ad “attendere” in luoghi tranquilli prima di aprire la finestra e lasciar passare la “solita quota”

    piaciuta, grazie
    Elina

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