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Senza lo stile non ci può essere letteratura: rileggere “Mentre morivo” di Faulkner (a cura di Giulia Bocchio)
Continua a leggere: Senza lo stile non ci può essere letteratura: rileggere “Mentre morivo” di Faulkner (a cura di Giulia Bocchio)Potrebbe fare tanto per me se solo lo volesse. Potrebbe fare tutto, per me. È come se per me tutto, al mondo, fosse dentro un barile di budella, sicché ti domandi come faccia a esserci posto lì dentro per qualcos’altro di tanto importante Dewey Dell Tuo figlio che ti costruisce la bara, tu che…
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Derek Walcott, ‘Mappa del Nuovo Mondo’: la lingua delle isole come segno di identità (a cura di Annachiara Atzei)
Continua a leggere: Derek Walcott, ‘Mappa del Nuovo Mondo’: la lingua delle isole come segno di identità (a cura di Annachiara Atzei)Quando si apre Mappa del Nuovo Mondo si rimane incantati. Le onde del mare, le foreste pluviali, le ombre nervate delle palme e ancora la spiaggia illuminata dalla luna, il rumore delle conchiglie e lo schianto del tuono esistono nelle pagine e si proiettano nello sguardo. Con la raffigurazione epica di luoghi esotici, Derek Walcott ci trasporta nel…
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Il brutale incantamento dell’infanzia: Génie la matta (a cura di Giulia Bocchio)
Continua a leggere: Il brutale incantamento dell’infanzia: Génie la matta (a cura di Giulia Bocchio)-Non ho avuto niente io – Hai me Da una parte c’è una maternità senza utero e senza capezzoli da succhiare, dall’altra una nascita frutto di un seme amaro. Génie e Marie, madre e figlia, in un quel romanzo un po’ spossante, un po’ struggente e un po’ straordinario, il quel suo modo aspro…
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Robert Frost: la natura e il tormento (a cura di Giulia Bocchio)
Continua a leggere: Robert Frost: la natura e il tormento (a cura di Giulia Bocchio)Robert Frost, uno dei maggiori (se non ‘il’ maggiore) poeta americano del Novecento è il solo, nel suo genere, a essere stato insignito per quattro volte del premio Pulitzer, ma non sono i premi che contano, in questo caso. Un premio non racconta necessariamente chi è uno scrittore o una scrittrice, nel migliore dei casi…
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Quando scrivere non è una necessità: l’Estinzione di ogni cosa nell’opera di Thomas Bernhard ( a cura di Omar Suboh)
Continua a leggere: Quando scrivere non è una necessità: l’Estinzione di ogni cosa nell’opera di Thomas Bernhard ( a cura di Omar Suboh)“Tutto ciò che abbia anche lontanamente a che fare con la cultura viene guardato con sospetto e messo in dubbio finché non è estinto. Chi vuole estinguere, uccidere, è oggi all’opera. Abbiamo a che fare con gente che estingue e uccide, dovunque costoro portano a termine la loro attività assassina. Gli agenti dell’estinzione e dell’uccisione…
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Il sabato tedesco #6: Gottfried Benn, Cespugli di sorbo
Continua a leggere: Il sabato tedesco #6: Gottfried Benn, Cespugli di sorbo“Il sabato tedesco”, rubrica da me curata per Poetarum Silva, prende il nome da un racconto di Vittorio Sereni e si propone di raccogliere riflessioni, conversazioni, traduzioni intorno a testi letterari. (Anna Maria Curci) Il sabato tedesco #6: Gottfried Benn, Ebereschen / Cespugli di sorbo Di seguito, nella mia traduzione e nell’originale in tedesco,…
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Majakovskij, morte di un immortale
Continua a leggere: Majakovskij, morte di un immortaleSerena Vitale, Il defunto odiava i pettegolezziMajakovskij, morte di un immortale a cura di Giulia Bocchio Se muore un poeta, un vero Poeta, muore comunque qualcuno di immortale. Il guaio è che, questo, è un fatto che possono constatare solo i posteri, solo coloro che verranno al mondo dopo.Il morto in questione deve sopravvivere al…
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proSabato: Stefan Zweig, Mendel dei libri
Continua a leggere: proSabato: Stefan Zweig, Mendel dei libriStefan Zweig, Mendel dei libri Di nuovo a Vienna e di ritorno a casa da una visita nei quartieri fuori mano, mi sorprese un rovescio di pioggia che, con sferzate d’acqua, costringeva la gente a rimpiattarsi rapida sotto i portoni e altri ricoveri, e anch’io cercai in fretta un tetto sotto cui ripararmi. Per…
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proSabato: Thomas Bernhard, da “I miei premi”
Continua a leggere: proSabato: Thomas Bernhard, da “I miei premi”La Borsa del Settore Cultura dell’Associazione Federale dell’industria Tedesca Nell’estate del millenovecentosessantasette trascorsi tre mesi nel tubercolosario che a Vienna era ed è tuttora annesso al manicomio dello Steinhof, nel Padiglione Hermann, in cui c’erano sette stanze con due o tre ricoverati ciascuna, tutti quei pazienti morirono mentre ero ancora lì, tutti tranne uno…