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Antonio Nazzaro, Amore migrante e l’ultima sigaretta (nota di Melania Panico)

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Nel libro di Antonio Nazzaro, amore e viaggio sono i temi principali che si intersecano per dare vita a una poesia a tratti duplice ed evocativa, una poesia fatta di reminiscenze, in cui il passato è qualcosa a cui guardare con dolcezza ma anche con malinconia. Il passato è il luogo del ricordo e come tale è vivo ovvero rivive continuamente negli atti, in una quotidianità legata al senso dell’andare/ritornare: «Tu hai il potere di mancare/ senza averti avuto mai./ Come una terra perduta/ che solo può promettere il cielo.» Nella metafora della terra perduta gran parte del senso di questo progetto bilingue – italiano e spagnolo – lingue entrambe molto care all’autore. La lingua è un margine d’incontro per chi va via, emigra. Incontro con il nuovo ma anche punto di rottura, limite su cui costruire qualcosa di nuovo, come elaborare un lutto e ricominciare a disegnare su una pagina bianca.
Dicevamo amore e viaggio. Eppure il viaggio – se senza ritorno – può far mancare la terra sotto i piedi, proprio come l’amore: «Voglio un mondo semplice tra noi /dove non ci sono paure/ ma solo abbandoni./ Senza poter pensare/ di/ cadere.» Amore è cercare una casa e trovarla. È poter pronunciare di nuovo una parola svuotandola della memoria, se necessario: «non voglio la memoria/ ma solo/ quest’infinito presente.» Un poesia, quella di Antonio Nazzaro, che non ha paura di inseguire la verità, soprattutto quando è una verità dura e delicata allo stesso tempo, una verità per cui può anche mancare il fiato.

© Melania Panico

 

Tu hai il potere di mancare
senza averti avuto mai.
Come una terra perduta
che solo può promettere il cielo.

Tú tienes el poder de faltar
sin haberte tenido nunca.
Como una tierra perdida
que solo puede prometer el cielo.

 

Per Daniela Nazzaro

A te che non leggerai
ma come ti racconto
sulla tua sedia dalle ruote che non girano
sulla tua testa che non, che non sta su
e gli occhi ad indicare il nord e il sud
il sud di quest’amore
che non ha parole
ma raccoglie con la mano
la tua bava che cade
che cade su un bavaglino
dai cinquant’anni.
Dai cinquanta anni di silenzi.

Para Daniela Nazzaro

A ti que no leerás
pero cómo te cuento
en tu silla de ruedas que no ruedan
sobre tu cabeza que no, que no está arriba
y los ojos a indicar el norte y el sur
el sur de este amor
que no tiene palabras
sino que recoge con la mano
tu baba que cae
que cae sobre un babero
de cincuenta años.
Cincuenta años de silencios.

 

a Cesare Pavese

Emigrare è una canzone
di mare vento e cieli burrascosi
che si va perdendo nella memoria.
Come quella terra che al voltarti
non si riconosce.

a Cesare Pavese

Emigrar es una canción
de mar y viento
y cielos borrascosos
que se va perdiendo en la memoria.
Como aquella tierra que al voltearte
no se reconoce.

 

Amore migrante e l’ultima sigaretta, Edizioni Arcoiris 2018

 

Antonio Nazzaro (Torino 1963). Giornalista, poeta, traduttore, video artista e mediatore culturale italiano. È fondatore e coordinatore del Centro Cultural Tina Modotti. Collabora con la rivista venezuelana «Poesia» e la cilena «Ærea» e ancora con la rivista argentina «Buenos Poetry». In Italia, collabora con «Atelier», «Fuori/Asse» e «Laboratori Poesía». È responsabile della collezione di poesia della casa editrice Edizioni Arcoiris Salerno.
Fra le sue più recenti traduzioni: Il nemico dei thirties, del poeta argentino Juan Arabia (edizione bilingue, Samuele Editore, 2017), La notte di Dino Campana (edizione bilingue, per la casa editrice cilena Edicola Ediciones, 2017), La lengua incansable/La lingua instancabile. 10 voci contemporanee della poesía italiana, antologia a cura di Alessandro Canzian per la casa editrice argentina Buenos Aires Poetry e La generazione senza nome, antologia bilingue della poesia colombiana curata dal poeta e saggista colombiano Federico Díaz Granados, Edizioni Arcoiris Salerno 2018.

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