PUNCTUM
Sono nel dove ignoto
di un deserto
intorno un orizzonte
senza emergenze verticali.
Un centro occulto di sentenza
in un silenzio vuoto di vento
che cerca padiglioni per l’ascolto.
Il tempo di stagione terminale
volge alla fine, al cambio scena
lo segna luce che si allunga
e ombra che ritira egemonia.
PERCEZIONE
Così, in uno spazio
di bianco nuvolare, segni di cielo
e geometrie molecolari,
comprendo una fessura, simmetrica di piano,
sfumata nei richiami di favore astrale
a forma di simbolo carnale
sospesa a un’ara disposta al sacrificio.
Composizione in pietra dura,
fusa dal fuoco del mantello
in cerca di camino in cui eruttare.
Per anni fissa come icona,
guardiana del riposo orizzontale,
ne scopro finalmente un senso
Compiuto nello spazio verticale
a fantasia sbrigliata priva d’illustrazione.