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Michele Obit: tre inediti

(Ad una certa ora)

Ad una certa ora se ne vanno tutti
ma io ho il mio daffare – nel cestino
è rimasto un foglio accartocciato
su cui avevo scritto a matita qualche verso
(aggiungo che non ha mai sottolineato
alcuna parola) – penso dovrà rimanere lì dei giorni
prima che venga macerato per bene assieme
ad un involucro di margarina e alle ricette
del medico qui sotto che per sbaglio
a volte volteggiano e si mescolano nel porticato –
e poi guardo con la coda dell’occhio
se da quella piccola fessura di una finestra
di fronte qualcuno può vedermi
magari la signora cubana che canta
al mattino le sue preghiere –
così se ne vanno i minuti della sera
sino a che non esco per appendermi
al conforto di un carrello della spesa.

 

(Uscite)

a

Mentre voi ve ne andate – con quella
solerzia tutta vostra di intendere le cose
– io mi premuro di chiudere i battenti
e di lasciar trasparire solo dall’esterno
la furia delle vertebre ed il fruscio dei salici.

b

Le poesie migliori stanno nelle cose
che si perdono – i poeti migliori
hanno passato la vita a cercarle
e oggi stanno attovagliati in fondo alla stanza
con l’uscita che si apre sul mondo.

c

Poi appoggiàti alla rete dei ricordi
definiamo il tempo: una pausa di dieci
minuti e un passo – si sa mai
che nel movimento improvviso
si senta meno il peso della maniglia.

 

(Discorso alla Nazione)

Non pensate alle grandi cose: se dal lavabo
gocciola troppa acqua usate un semplice straccio
e se avete un appuntamento
cercate di arrivare qualche minuto prima
e guardatevi bene attorno – se un fiore marcisce
non riutilizzate la terra per altri fiori.

Quando la pioggia inizia a tamburellare
ripromettetevi di contare in questo modo il tempo
e se le ragnatele sono lì a distogliere ogni pensiero
prendetele per filigrana – a ricoprire le pareti.
Sarà un animale poi a risvegliarvi
dal torpore – di quelli che paiono mansueti
ma mordono e non si lasciano abbracciare.

Capire dove sta l’essenza assottiglia la vita
ma rende meno barbaro il cuore.

8 risposte a “Michele Obit: tre inediti”

  1. Michele Obit (1966) vive a S. Pietro al Natisone (Udine). Ha pubblicato
    le raccolte poetiche Notte delle radici (1988), Per certi versi
    / Po drugi strani (1995), Epifania del profondo / Epiphanje der Tiefe
    (Austria, 2001), Leta na oknu (2001), Mardeisargassi (2004),
    Quiebra-Canto (Colombia, 2004), Le parole nascono già sporche
    (2010) e Marginalia/Marginalije (Lubiana, 2010).
    Ha tradotto in italiano i più importanti poeti sloveni delle giovani
    generazioni e scrittori come Miha Mazzini, Aleš Šteger e Boris
    Pahor.

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    • Sia nel 2012 sia nel 2015 proponemmo alcune poesie di Michele Obit (in una di queste occasioni, le poesie furono pure accompagnate dalle parole di Francesco Tomada). In entrambe le proposte fu inserita la nota biobibliografica.

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  2. Una sensibilità unica per la musicalità del verso, che gli permette di creare un ritmo trattenuto, apparentemente sottotono ma sempre di rara eleganza formale, unita ad un impegno etico mai sopito, porta Michele Obit a creare poesie oneste e soprattutto necessarie, come una fonte nascosta e pura, capace di placare per un momento il nostro bisogno di qualcosa di vero, sincero, in un mondo di parole e gesti troppo spesso falsi, inquinati.

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  3. Grazie Michele per questi testi molto belli e grazie anche per la poesia per Beppino De Cesco, che ce lo ricorda nella sua identità più “vera”. Debora Vogrig

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  4. Non capita spesso di poter leggere versi così.
    Perché lo sguardo di chi scrive è nitido, aperto – e la scrittura consente di lasciarlo e lasciarci essere – altri e altro – come poesia vive ed è – nel suo originario e per sempre mistero. E l’intanto, il respiro.
    Grazie, un saluto.
    Giampaolo

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