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in-side stories #14 – Domani ti porto al mare

San Paolo 2013 - foto GM
San Paolo 2013 – foto GM

In-side stories #14 – Domani ti porto al mare

Tra le tante cose che Il Loris non conosceva c’erano le conseguenze del suo alcolismo. In generale, Il Loris non conosceva i propri limiti, pensava sempre di farcela. Era sempre ubriaco. Uno dei suoi errori ricorrenti era quello di considerare il suo cane Lou, uno splendido e sfigato pastore tedesco, e la sua compagna La Marisa, all’altezza dei suoi estremismi da Bonarda. Quella volta lì, una delle tante, che voleva far pace con La Marisa, decise di portarla al mare qualche giorno. La Marisa disse che sarebbe andata se lui avesse promesso di non bere. Lui promise, come sempre. Lei pensò: come sempre. Ma gli voleva bene e accettò. La Marisa chiese di portare il cane con loro. Il Loris rispose che era meglio di no, che sarebbero stati giorni romantici. Lou per una volta sarebbe rimasto a casa. La Marisa,  che non si fidava nemmeno un po’, chiese chi se ne sarebbe occupato. Il Loris senza guardarla negli occhi disse che se ne sarebbe occupato Il Giorgio, il suo amico del biliardo, che aveva un cane anche lui. La Marisa andò su tutte le furie, Il Giorgio era un alcolizzato cronico, non gli avrebbero mai lasciato il cane. Ma le storie a volte prendono pieghe strane, successe che Il Loris la guardò dolcemente come la guardava una volta, o meglio la guardò come solo un bevitore seriale sa fare e la convinse. Il giorno dopo partirono in treno, perché La Marisa non aveva la patente e pretese che Il Loris non guidasse. Era giovedì. Le cose precipitarono il sabato in rapida successione. Il Loris completamente ubriaco morì annegato alle 11,24 del mattino. Il medico legale stabilì, in seguito, che in corpo aveva più vino di quanto un corpo umano potesse contenerne. Il Giorgio venne ritrovato riverso sul pavimento di casa del Loris alle 14,00 e ricoverato per trauma cranico. Era circondato dal piscio e dalla merda del cane e dalla propria. Il carabiniere che lo trovò disse che il cane sembrava vegliarlo. Lou lo portarono al canile di Vignate. Il medico del Pronto Soccorso dell’Ospedale San Carlo di Milano disse che Il Giorgio aveva scampato il coma etilico per pochissimo. I presenti pensarono a una botta di culo, il medico non lo pensò. La Marisa pianse tutto il sabato e molti dei giorni a venire. Alle domande del Maresciallo rispose che non ricordava nulla, che il sabato mattina si era svegliata e che Il Loris non era più a letto. Che lo aveva cercato a lungo. Che non era riuscito a trovarlo. Che voleva sapere come stesse il cane. Che lui il venerdì non aveva toccato nemmeno un goccio, per la prima volta dopo tanti anni. Che avevano fatto l’amore. Il Maresciallo, che era uomo d’altri tempi, alcune cose di quelle che disse La Marisa non le mise nel verbale. Il giovedì successivo La Marisa tornò al lavoro. La settimana seguente andò al canile a parlare con i volontari, disse loro che Il Loris amava il cane e che non gli avrebbe mai fatto del male. I volontari dissero che il cane era stato ritrovato sporco, in mezzo al piscio suo e di un ubriacone. Chiese di vederlo, un volontario meno diffidente la accompagnò da Lou. Lou le leccò la mano, lei sorrise. Il volontario scosse la testa e le disse che il fatto che le leccasse la mano e che la riconoscesse significava poco, il cane sarebbe rimasto lì per ora. La storia, come tutte le storie che hanno poco di eccezionale, finisce da queste parti, con La Marisa che si avvia piano verso l’uscita del canile a cercare un autobus per tornare a casa.

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© Gianni Montieri

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BLUR – The Universal (Album The Great Escape, 1995)

This is the next century
Where the Universal’s free
You can find it anywhere
Yes, the future’s been sold

Every night we’re gone
And to karaoke songs
How we like to sing along
‘Though the words are wrong

It really, really, really could happen
Yes, it really, really, really could happen
When the days they seem to fall through you
Well, just let them go

No-one here is alone
Satellite’s in every home
Yes, the Universal’s here
Here for everyone
Every paper that you read
Says tomorrow’s your lucky day
Well, here’s your lucky day

It really, really, really could happen
Yes, it really, really, really could happen
If the days they seem to fall through you
Well, just let them go

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