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11 febbraio – omaggio a Sylvia Plath e Amelia Rosselli

SylviaPlathSylvia Plath (27/10/1932 – 11/02/1963)

EDGE

The woman is perfected.
Her dead

body wears the smile of accomplishment,
the illusion of a Greek necessity

flows in the scrolls of her toga,
her bare

feet seem to be saying:
we have come so far, it is over.

Each dead child coiled, a white serpent,
one at each little

pitcher of milk, now empty.
She has folded

them back into her body as petals
of a rose close when the garden

stiffens and odors bleed
from the sweet, deep throats of the night flower.

The moon has nothing to be sad about
staring from her hood of bone.

She is used to this sort of thing.
Her blacks crackles and drag.

LIMITE. La donna ora è perfetta./ Il suo morto// corpo porta il sorriso del compiuto,/ l’illusione di una greca necessità// scorre nelle pieghe della sua toga,/ i suoi nudi// piedi sembrano dire:/ siamo arrivati fino a qui, è fatta.// Ogni bimbo morto si è acciambellato, serpente bianco,/ ognuno di loro accanto// alla piccola brocca di latte, adesso vuota./ Lei li ha racchiusi// di nuovo nel suo corpo come si chiudono/ i petali di una rosa quando il giardino// si rattrappisce e sanguinano gli odori/ dalla dolce, profonda gola del fiore notturno.// La luna non ha motivi per essere triste/ mentre osserva dal suo cappuccio d’osso.// È abituata a questo genere di cose./ I suoi neri scricchiolano e trascinano.

 

Amelia Rosselli (28/03/1930 – 11/02/1996)

AmeliaRosselli
foto di Dino Ignani

PERDONATEMI PERDONATEMI PERDONATEMI

Perdonatemi perdonatemi perdonatemi
vi amo, vi avrei amato, vi amo
ho per voi l’amore più sorpreso
più sorpreso che si possa immaginare.

Vi amo vi venero vi riverisco
vi ricerco in tutte le pinete
vi ritrovo in ogni cantuccio
ed è vostra la vita che ho perso.

Perdendola vi ho compreso perdendola
vi ho sorpresi perdendola vi
ritrovo! L’altro lato della pineta
era così buio! solitario! rovinoso!

Essere come voi non è così facile;
sembra ma non lo è sembra
cosa tanto facile essere con voi ma
cosa tanto facile non è.

Vi amo vi amo vi amo vi amo
sono caduta nella rete del male
ho le mani sporche d’inchiostro
per amarvi nel male.

Cristo non ebbe così facile disegno
nella mente tesa al disinganno
Cristo ebbe con sé la spada e la guaina
io non ebbi alcuna sorpresa.

Candore non v’è nei vostri occhi
benevolenza era tanto rara
scambiando pugni col mio maestro
mai v’avrei trovati.

Vi amo? Vi amerei? Tante cose
nel cielo e nel prato ricordano
amore che fugge, amore che scappa
dietro le case.

Dietro ogni facciata vedere quel
che mai avrei voluto sapere; dietro
ogni facciata vedere
quel che oggi non v’è.

 

Edge di Sylvia Plath compare per la prima volta nella raccolta postuma Ariel, Faber and Faber, London, 1965. Ha per data 5 febbraio 1965. La traduzione è di chi scrive.

Perdonatemi perdonatemi perdonatemi di Amelia Rosselli compare la prima volta in Appunti sparsi e persi, 1966-1977, Reggio Emilia, Aelia Laelia, 1983.

5 risposte a “11 febbraio – omaggio a Sylvia Plath e Amelia Rosselli”

  1. Poesie a dir poco toccanti, si sa, per il tema che rivelano.
    Mi piace molto la resa della traduzione della poesia inglese.
    Grazie a Giovanna per questo post

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  2. un’incredibile (e luttuosa) coincidenza. due voci sensibili ma straordinariamente possenti accomunate dallo stesso destino

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  3. Grazie a tutti. Pietro, non possiamo averne la certezza assoluta, ma potrebbe non essere stata una coincidenza: la Rossellli amò profondamente (e tradusse con altrettanta profondità) Sylvia Plath, nella sua poesia come nella sua parabola di vita. Ripeto, non dovremmo permetterci di fare dietrologia, ma esistono molti elementi per pensare che la scelta del giorno sia stato un atto d’amore.

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  4. Giovanna, da (pseudo)filologo in erba concordo pienamente sul non cadere nella “dietrologia”, come scrivi tu, ma da amante della poesia e della letteratura non posso non riconoscere che la tua è un’ipotesi alquanto suggestiva. In fondo è questo il potere della letteratura: spalancare universi paralleli, possibili, verosimili e, forse, più veri della realtà.

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