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solo 1500 n. 56 – Poveri pioppi, povera poesia

solo 1500 n. 56 – Poveri pioppi, povera poesia

Eravamo tutti pronti a sorbirci la solita estate di polemiche letterarie, di Tizio che rispondeva a Caio, da tal quotidiano all’altro. Eravamo pronti a lamentarci: “Vabbè le solite balle, d’estate non sanno come vendere i giornali, da una parte il calciomercato, dall’altra le polemiche letterarie”. Invece con una mossa a sorpresa, a Firenze,  si inaugura il primo Parco Poetico. Venti massi, piazzati ai piedi di altrettanti pioppi bianchi (che temo non sopravviveranno), con sopra attaccate targhe (che ricordano le lapidi o i riconoscimenti dei premi letterari di infima categoria), sulle quali sono incise venti poesie sul tema della natura. Vi basterà leggere il testo della foto per capire di cosa stiamo parlando. L’iniziativa è a costo zero (per il Comune) (ma non a impatto zero) e ci mancherebbe pure che qualcuno avesse tirato fuori soldi pubblici per questo scempio. Ma davvero la poesia deve ridursi a questo? Veramente possiamo permettere che un’iniziativa talmente indegna possa restare impunita? Ma poi a Firenze come si permettono? Dante dovrebbe averla resa immune da tali scempiaggini. E nemmeno un minimo rispetto per Mario Luzi, che proprio dall’altra parte dell’Arno abitò? Cosa facciamo?  Ci si arma di trapano come suggerisce Alessandro Raveggi “come farebbero i poeti veri, se ancora ci fossero” oppure si va sul posto a protestare (iniziativa promossa da Martino Baldi, leggete Qui)? Nel frattempo speriamo che la poesia non soccomba e che i pioppi resistano, turandosi il naso. (e ricantiamo “una canzone triste, triste, triste, triste, triste, triste, triste come me”).

Gianni Montieri

41 risposte a “solo 1500 n. 56 – Poveri pioppi, povera poesia”

  1. poveri pioppi, povera poesia è un endecasillabo con quattro allitterazioni (scusate, il robottino che è in me ha voluto che lo sottolineassi. dice che c’è poca tradizione nella poesia, allora quando la vede, esulta)

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  2. i pioppi son alberi leggeri: alla prima folata di vento un po’ più forte, si sollevano sradicati.
    insomma è una morte veloce e meno dolorosa della pena inflitta loro con quelle lapidi (che il vento, ahimé, non si porterebbe via)

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    • ciao Lucianna, bisognerebbe indignarsi per le venti – orribili – poesie, scritte tutte dallo stesso poeta, indignarsi che la cosai venga finanziata da una banca, che quelle lapidi siano orribili. Indignarsi per il modo e il contenuto, non certo per l’accostamento alberi/poesia

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  3. Lucianna, perdoni, c’è sempre di che indignarsi quando la poesia è trattata a mo’ di biglietti dei baci perugina, ossia quando è banalizzata, maltrattata e soprattutto al servizio di un’autoreferenzialità esibita che non apporta alcun giovamente alla poesia.
    ci sarà davvero chi si avvicinerà o riavvicinerà alla poesia guardando una lastra di pietra con poche parole stupide?

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  4. Nell’articolo di Gianni non si capisce di che ci si deve indignare.Non si dice chi è il poeta e io non sono riuscita a leggere la poesia nella foto. Per questo ho chiesto spiegazioni. In sé l’iniziativa non è male… Un saluto.

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  5. Lucianna: si tratta di Niccolò Andrea Lisetti, anzi, come si firma lui in calce ad ogni poesia: Lisetti Niccolò Andrea. Le lapidi sono pagate da una banca. Il parco suppongo sia pubblico.

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  6. Firenze ogni tanto ha bisogno di stupire,
    in un modo o nell’altro. Ed è per questo
    forse che i fiorentini siano fra i più
    polemici d’Italia…

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  7. Mi sono accorto dell’errore tardi, L’ho fatto
    perchè in mente avevo un’altra idea.
    Sai comì’è, i siciliani…

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  8. Quindi, tu pensi di essere un poeta, hai i soldi, prendi un qualsiasi parco pubblico e ci piazzi 20 lapidoesie a futura memoria. Così il comune è contento (che a gratis elargisce cotanta cultura, eccheccazzo), Tu che hai scritto una poesia FONDAMENTALE come “Amo il papavero” (vi prego di cercarla tutti quanti su You tube e ripeterla in coro all’unisono per ringraziare lo benefattore), passerai come il primo realspammer, autorizzato e pure patrocinato da un comune (Firenze cazzo, FIRENZE!). Non ti bastava uno spazio in quache gruppo di Facebook?. Facciamo così, mi armo di bomboletta e scriverò un bel “non mi piace”, ne ho diritto o no?

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  9. Inutile getterle nell’arno, si penserebbe subito ( ritrovandole) allo scherzo di un qualche burlone: Ma i pioppi non c’entrano nulla, loro non possono darsela a gambe levate.

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  10. Per me siete solo dei poveri di spirito..ed invidiosi per di più, oltre che presuntuosi. State male, lo capisco, ma provate ad avere un po’ di spirito di iniziativa come questo Lisetti (ah, per la precisione, non sono io) e chissà magari troverete qualcuno disposto a comprendervi.. Buona fortuna, geni incompresi…

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  11. Ma uno che si autocomprende è un compreso o un incompreso? E uno che si fa finanziare la comprensione dalla propria banca?

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  12. Mah, io non capisco le ragioni di tante proteste…il povero Lisetti non è Dante o Mario Luzi, d’accordo, ma voi lo siete? Complessivamente mi sembra che l’Albereta non sia un monumento da preservare con speciali tutele e poi inoltre quattro sassi e alcune poesie non la deturpano certo di più. Poi mi confermate che soldi pubblici non sono stati spesi, si è dato spazio a uno finanziato da un privato che si fa pubblicità, non è vicenda comune? Il comune potrebbe, sevuole, continuare, indire un concorso di poesia e premiare i migliori con la pubblicazione. E poi non temete che il tempo farà giustizia.
    Altre sono le cose di cui i fiorentini si dovrebbero arrabbiare, secondo me…

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  13. quando la smetterete di parlare con il vostro ego capirete che sia la poesia di niccolo andrea lisetti sia la natura sia firenze,sia gli alberi mi hanno ispirato tantissimo mentre passeggiavo,non guardate sempre e solo il bicchiere mezzo vuoto ,la vita è bella io la guardo e questa iniziativa è bella ,dipende dai punti di vista e il suo è al quanto non spirituale……..

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    • ora scrivo al mio ego e gli comunico che non abbiamo più niente da dirci.

      Per il resto buon per lei Michela, soprattutto che gli alberi la ispirino credo sia un fatto di assolluta rilevanza.

      Il mio punto di vista “è al quanto non spirituale” ma forse è – tipo – al come soggettivo e al forse ragionato

      saluti

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  14. Passato è lo mese de li morti, si avvicina lo santo Natale e per le vie di Firenze, nelle librerie, nelle rassegna di poesia, nei dibattiti, nelle biblioteche. in niuna di codeste parti mai passò, vibrò, stimolò, echizzò (!!!) lo spirto di messer Lisetti.

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