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Solo 1500 n. 38 – Gli odi di marzo

Solo 1500 n. 38    – Gli odi di Marzo

Questo marzo non mi piace. Seppellito Lucio Dalla, vabbè uno cerca di confortarsi col fatto che ci resteranno le canzoni. Funerale, polemiche sterili, varie e eventuali. Passa qualche giorno e muore Elio Pagliarani, altra mazzata. Vabbè era vecchio, vabbè stava male, vabbè ci resteranno le poesie. Vabbè, ma che palle. Per i puristi: ho scritto cinque volte “vabbè”, se le ho contate è perché è voluto. Mi hanno chiesto ma a te dispiace di più che sia morto Dalla o che lo sia Pagliarani? Ma che domanda è? La stima mica si divide per categorie? Mica è così che funziona, dispiace e basta, per entrambi. E ancora: ma per la cultura italiana qual è la perdita più grave? E qualche poeta: ma non vorrai paragonare Pagliarani a Dalla? Ma chi li sta paragonando? Chi? E qua ci vorrebbe un “cristo”, esclamativo e non bestemmiativo. Comunque non è di questo che volevo parlare. Volevo dire che uscire la domenica pomeriggio e andare in centro, dopo che hai fatto tutto il sabato in casa non è il massimo. Perché tutti questi pure loro fuori di casa ma dove vanno? Queste felpe che la XL sembra una S chi dovrebbe indossarle? Marzo comunque è un mese che tradizionalmente apre a qualcosa di nuovo, quindi, nonostante quello di cui sopra, passeggio ottimista, perché arriva la primavera e penso a cose belle, poi in centro, però, troppe vetrine. In centro (e penso alle donne che ancora non sanno cosa aspetta loro) manichini vestiti alla marinara, righe di  un turchese che ucciderebbe chiunque, e poco più avanti: Pois, come se piovesse.

Gianni Montieri

14 risposte a “Solo 1500 n. 38 – Gli odi di marzo”

  1. Sono marziano, volevo dire sono nato a Marzo.
    il mese che apre a qualcosa di nuovo come
    dice Montieri. La presentazione di Montieri
    e simpatica e si stacca da una certa
    monotonia anche se culturalmente
    interessante come spesso si legge
    in questo blog. (monotonia forse non
    è la parola giusta, non ne ho trovata
    un’altra più adatta) Perdono! saluti.ud

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  2. Mi dispiace per Dalla, perché canto le sue canzoni, stonata come tutti quelli la cui ambizione è grondare disperazione o sprizzare gioia sotto la doccia, e perché su Anna e Marco mi son fatta dei gran pianti ogni volta che l’ho cantata. Mi dispiace per Pagliarani, perché leggo le sue poesie con l’entusiasmo di chi è arrivato a leggerlo tardi e sente che prima sarebbe stato troppo presto. Non mi dispiace per i pois come se piovesse, perché adoro i pois e li ho eletti a filosofia di vita. Per le righe, rigorosamente orizzontali nei dettami della primavera-estate 2012, mi dispiace un po’ invece: i chili di troppo me le vietano, se non per impersonare la nuova balenottera turchese. :)

    P.S. Concordo con Umberto che, poco sopra, apprezzava la ventata di freschezza. Godiamo di un tempo in cui l’approccio critico può non essere compiaciuto per essere valido. :)

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  3. Milano non mi piace. Marzo sì. Malgrado la dipartita di Pagliarani. I pois mi piacciono addosso agli altri. I vestiti a righe spero non abbiano mai un numero di matricola sul petto… ho scritto un’ingenuità. Malgrado canticchi ancora Dalla tra me e me, lui non mi piaceva. Anche se amava Sorrento. Poi pensavo che, se insisto ancora un po’, arriverò anch’io a 1500…

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  4. Marzo mi è sempre piaciuto. Ci sono nata e la considero una fortuna giacché mi sta simpatico, come il numero uno e anche il due e il cinque. Come la parola Magari e la parola Azzurro. Sono simpatie, non le puoi spiegare.

    Di pois e di righe non so.

    (Della simpatia marzolina potrei spiegare, invece).

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