Giuliano Mesa [1957 – 2011] Ciao Poesia

Giuliano Mesa
1957 – 2011

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(di una vita non rimane quasi niente
e quello che rimane, spesso, non è vero)
(prendi a misura, adesso, com’è il rumore,
fuori della notte)

(di più falso non c’è nulla
che il voler dire il vero)
(è vero questo approssimarsi.
è vero che a qualcosa, sempre,
noi ci approssimiamo
– anzi, ci avviciniamo,
che suona meglio,
ed è meglio di niente)

 

 

I. ornitomanzia. la discarica. Sitio Pangako

vedi. vento col volo, dentro, delle folaghe.
vedi che vengono dal mare e non vi tornano,
che fanno stormo con gli storni neri, lungo il fiume.
guarda come si avventano sul cibo,
come lo sbranano, sbranandosi,
piroettando in aria.
senti come gli stride il becco, gli speroni,
che gridano, artigliando, facendo scaravento, in muta,
ascoltane la lunga parata di conquista, il tanfo,
senti che vola su dalla discarica, l’alveo,
dove c’è il rigagnolo del fiume,
l’impasto di macerie,
dove c’è la casa dei dormienti.
che sognano di fare muta in ali
casa dei renitenti, repellenti,
ricovero al rigetto, e nutrimento, a loro,
scaraventati lì chissà da dove,
nel letame, nel loro lete, lenti,
a fare chicchi della terra nuova,
gomitoli di cenci, bipedi scarabei
che volano su in alto, a spicchi,
quando dall’alto arriva un’altra fame.

prova a guardare, prova a coprirti gli occhi.

*

II. piromanzia. le bambole di Bangkok

fumo. nugoli, sciami di guscî neri.
bruciano le mandorle degli occhi, le falene,
le dita piccole e incallite, le mani stanche, stanche.
bruciano, scarnite, a levigare guance,
i guscî gonfi delle palpebre
che si richiuderanno.
fumo portato via, che trascolora,
che porta via le guance, paffute, delle bambole,
le anche dondolanti, a fare il movimento di ripetere,
in altalena, in bilico di piede, che lenisce,
gioco che non finisce, mai,
che non arriva, mai,
tempo di ricordare, dopo,
di ritornare dove si era stati.
a fare il gioco del silenzio,
nel preparare doni, meraviglie, a milioni,
passate per le mani una ad una,
per farli scintillare, gli occhi stanchi,
tenerli aperti, sempre,
e quando arriva il fuoco, che sfavilla,
ecco, giocare a correr via,
gridando, ad occhi chiusi.

tu, se sai dire, dillo, dillo a qualcuno.

9 risposte a “Giuliano Mesa [1957 – 2011] Ciao Poesia”

  1. “chissà dove. arriverà del vento,

    con una pioggia fitta, le folate,

    anche, per fare prima, scrosci,

    fole di meraviglia, come a vigilia,

    a fare impacchi, bende, beveroni.

    nessuna banda a fare chiasso, o sí,

    anche, facendo prima, due tamburi,

    due chiostre di denti che scongiurano,

    quattro mani che fanno giochi d’ombra,

    cosí, per divertire. chissà dove,

    nitrire, frinire, facendo in fretta,

    nutrire un’altra fine che si stanca.

    fa, chissà dove, molto caldo,

    fanno dei fuochi, altrove, per scaldarsi.

    due o tre sospiri, forse, non di piú”

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  2. “…
    nel preparare doni, meraviglie, a milioni,
    passate per le mani una ad una,
    per farli scintillare, gli occhi stanchi,
    tenerli aperti, sempre,
    e quando arriva il fuoco, che sfavilla,
    ecco, giocare a correr via,
    gridando, ad occhi chiusi.

    tu, se sai dire, dillo, dillo a qualcuno.”

    *
    ti sia lieve la terra e conservi il passo di tutto ciò che hai saputo dire.

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  3. Non ho conosciuto Giuliano Mesa di persona, e me ne rammarico. Ho letto i suoi testi, bellissimi, e ho amato, per averla percepita o sentita da racconti, una sua certa distanza da certe stanze, una sua maniera di starsene da parte e esserci. Qualcosa che ha tutto a che fare con la poesia.

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  4. evviva, un poeta dell’altrove, per quel che ho letto ad ora è un grandissimo, non lo conoscevo. per me, a pochi giorni dalla sua morte, è più vivo che mai, direi neonato.

    un sentimento strano di gioia e tristezza, commozione?

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  5. Ho avuto la grande fortuna d’incontrare Giuliano, l’ho semplicemente ascoltato e le sue parole, la sua passione struggente, il suo impegno rigoroso, la bellezza della sua poesia, rimarranno per sempre con me, felice che questo poeta di tale umanità abbia attraversato per un attimo la mia strada in un ‘epoca tanto arida, la sua luce rimane, Ciao Giuliano

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