– Nie wieder Zensur in der Kunst –
Pubblicato il 14 giugno 2011 da gianni montieri
Solo 1500 n. 3 – Biennale Arte 2011: Zimbabwe 1 – Italia 0
Diamo un po’ di numeri: Artisti in mostra nel Padiglione Italia 270. Artisti in mostra nel Padiglione Zimbabwe 4. Numero di giornalisti, intellettuali, artisti, galleristi, critici, autorità e pubblico presenti all’Arsenale, all’inaugurazione del Padiglione Italia: elevatissimo (prevedibile, data l’attesa). Numero di persone presenti all’inaugurazione del Padiglione Zimbabwe, vicino alla Pietà: 5, me compreso. Non riesco, a questo punto, a trovare le parole adatte per descrivere il numero di tartine, flute di spumante o prosecco, panini, salmone offerti all’Arsenale; ma ne trovo una per raccontare la scatola di banane posta all’ingresso del Padiglione Zimbabwe: sorriso. Come il sorriso che mi ha fatto l’addetto stampa aggiungendo: you are welcome. Mi rendo conto che queste righe potrebbero sembrare delle banalità ma vi chiedo di pazientare ancora un attimo, perché quello che conta è ciò che resta negli occhi di chi guarda. Da non esperto di arte contemporanea so d’aver visto del bello in mezzo all’incredibile accozzaglia del Padiglione Italia ma so anche d’aver fatto fatica ad associare un nome all’opera e a ricordare a distanza di qualche giorno cosa mi sia piaciuto o meno. Dei quattro artisti del Padiglione Zimbabwe ricordo molto, invece. Ad esempio l’installazione di Tapfuma Gutsa – un misto tra dama e campo di calcio, con oggetti schierati a muovere la storia. Oppure la forza dei colori nei quadri di Misheck Masamvu. Questo e null’altro stabilisce il punteggio finale.
@ Gianni Montieri
qui le puntate precedenti:
Categoria: articoli, gianni montieri, solo 1500Tag: Arte contemporanea, gianni montieri, Italia, solo 1500, venezia, Zimbabwe
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Incuriosita da questo resoconto, sono andata a vedere in rete le sculture di Tapfum Gutsa. Notevoli, per la combinazione dei materiali, l’associazione geniale di forme e temi. Grazie.
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Sì Anna Maria, è molto bravo secondo me. Interessante, poi, come di una mostra, così immensa per quantità di opere e di spazi (bellissimi) utilizzati, resti in testa ciò che è (aaprentemente) più piccolo, più nascosto, più inaspettato.
Gianni
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lo dici tu : ” non esperto di arte contemporanea ”
appunto…
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Sì, e lo confermo. Lo dico soprattutto per evidenziare che chiunque si accorgerebbe che il padiglione Italia è un’accozzaglia, non lo dico solo io. Ad esempio che uno o più artisti (come è capitato) debbano rimpicciolire l’opera sul posto perché lo spazio assegnatogli è minore del previsto dimostra il poco rispetto per l’Arte e per lo “spazio” che gli spetta.
gianni montieri
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Sì, il colore… e la forza.
Grazie Gianni. Centro!
c.
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