ORCHESTRA – POETI ALL’OPERA – N.3 – AA.VV. – ED. LIETOCOLLE 2010
Cosa fa funzionare un’orchestra? Qual è il codice che regola il flusso di note che arriva da ogni singolo strumento e lo fonde agli altri? Le risposte sono varie. La scelta dei musicisti , l’arrangiamento, un direttore di classe, i brani da eseguire. Quando tutti questi elementi sono sul palco, scatta l’armonia. Questa antologia è lo spartito giusto. Dieci poeti all’opera. Diversi per stile, provenienza, età, argomenti trattati . E’ interessante la scelta di Lietocolle di seguire l’evoluzione di poeti che ha pubblicato negli anni scorsi, così come è corretto chiamare un curatore (direttore in questo caso) del calibro di Guido Oldani.
Oldani nell’introduzione al libro, avvicina questa orchestra a quella Vivaldiana sia per numero di autori, sia per gli strumenti adottati “costituita di soli archi e legni”. Ed è vero. I poeti che leggiamo in queste pagine, sono viole, violoncelli, violini, arpe. C’è una bella alchimia. Lo stesso Oldani sottolinea, inoltre, la felice terra di mezzo dove si muove la poetica degli autori antologizzati, “lo stile libero” lo definisce. Fra un canone del passato sovvertito ed un canone di scrittura nuovo che ancora non prevale.
Vince la poesia, evidentemente. Paga la scelta della diversità. I dieci autori qui raccolti, forniscono una splendida prova, colpendo a fondo il lettore, ognuno col proprio stile. Chi in maniera più analitica chi più sintetica, chi più ironica, chi più dolorosa. Chi usando un linguaggio più diretto, chi ricorrendo più spesso alla metafora, chi al dialetto. Il risultato finale è ottimo, l’antologia funziona, perché è fuori dagli schemi delle antologie, proprio perché uno schema ce l’ha. Propongo in lettura una breve selezione dei testi.
@ gianni montieri
elenco autori: Alessio Alessandrini, Martha Canfield, Maddalena Capalbi, Maria PIna Ciancio, Salvatore Contessini, Antonio Fiori, Vincenzo Mascolo, Augusto Pivanti, Margherita Rimi, Anna Toscano
***
ALESSIO ALESSANDRINI
FOTOGRAFIA
Dirsi “A domani”
è un po’ come dire “Ti amo”
creare un sottile riparo
mentre intorno la pioggia
allarma, ed alluvionano le
tante parole innescate.
Il cuore duplica lo sforzo
votato alla pulsione plurale
e ci apparecchiamo al Noi,
al giorno in cui saremo
mattoni impastati per nominare
la Casa. Tutto nel silenzio
trama alla fiaba
che abbiamo imparato
e ora all’orizzonte è
in rada. Due corpi
siamo, solo uno
esposto nell’abbraccio
certo che vulnerabili
ci inquadra.
***
MADDALENA CAPALBI
LA RIBBELLE
Si penzi de mollà
li pórzi mia
e famme cadè
n’antra vorta
in fonno a la tera
e famme magnà
da li vermi
e arostimme
dar foco,
hai capito male
bello mio
stavòrta senza pavura
m’aribbello
e te sottero io.
***
SALVATORE CONTESSINI
SPOSTAMENTI
Ho spinto il fuoco sulla polare piana
a fianco d’aste d’acqua ricorrenti
in bianchi grani curativi
tra fitti pioppi addormentati
e quadri di dolore infante
che scheggiano dolenti la coscienza.
Ho avuto un sonno dell’attesa
tra calde essenze roverine
vocianti con campane, sospese al sogno
e tocchi al fianco di presenze incerte,
volatili creature della notte.
Non so se il corpo ha emesso il viaggio
o scampoli di mente tornano ai luoghi
fermo soltanto un punto
come se fosse un ente:
guardo dal finestrino fondere spazio
dissolvimento successivo traslucido in purezza.
***
VINCENZO MASCOLO
ESERCIZI DI BILE (estratto)
Oh, Queneau
non basta più esercitarsi nello stile
come tu sapevi fare inanellando
notations, hellenismes, le contre-pettéries
e tutte le altre tue diavolerie
che si aprivano, inattese fioriture,
nelle terre inaridite che solcavo
con strumenti quasi umani zolla a zolla
prima di offrire a Cerere il silenzio
del raccolto germogliato dai miei semi
***
MARGHERITA RIMI
ERA FARSI
Ai piedi del letto il tempo non passava
Era farsi grande raccontare una storia
E la storia non era più una storia
era farsi padre
.
Il suo disegno non era farsi grande
non era orizzonte la sua mano
.
Il dolore era farsi carta
farsi carta i troppi desideri
Il suo mondo era grande ed impreciso
la forma del suo cranio
una farfalla.
***
ANNA TOSCANO
NELLA MIA CITTÀ
Il futuro non esiste
il futuro non arriva
nella mia città:
.
per quanto il mio passo sia lungo
per quanto si abbia il favore del vento
il 2 non va a più di 22 km orari.
.
Come oltrepassare il passato
come non guardarsi indietro
(a questa velocità)
con il collo sempre a tre quarti:
.
il tempo si ferma a piazzale Roma
così si vive invischiati
nelle storie dei popoli.
.
Noi si sta, felici,
in uno specchietto retrovisore.
2 risposte a “ORCHESTRA – POETI ALL’OPERA – N.3 – AA.VV.”
Gianni generoso.
Grazie.
c.
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a te per la lettura
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