Senso

Quando l’ho afferrato per il lembo della camicia, trascinato a riva con una forza che credevo di non avere (in un pomeriggio d’inverno può capitare di non poterne più e di spiccare un salto disperato), l’espressione era di gratitudine. Pareva compiaciuto, felice di essere riconosciuto.

Aveva lineamenti di valido motivo, sembianze di ragione quadrata. Era senso. Lo ammiravo così grande e promettente, gigantesco affrancatore.

Girava per casa. Significava. E la tazza sul tavolo in cucina tornava ai miei occhi tazza. Teneva tra i denti una bacchetta magica, trasformava le parole in luce con disperante chiarezza. Comprendeva. Dolorosamente comprendevo.

Inquieto, pavido senso: al primo ruggito di fiera nascosta, s’è riavvolto. Tutto questo essere rende l’animo greve. Tutto questo esistere è un mancato volo.

(da “La parte assente”, e-book, Clepsydra Edizioni, 2009)

12 risposte a “Senso”

    • Il senno si perde anche quando il senso “sfugge”. Ci sono (pochi, brevi) momenti di lucidità in cui tutto appare chiaro… poi torna la confusione. E rimane. E rimani (lì).
      Grazie Nat, buona ricerca :-)

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  1. grazie Vincenzo.

    Anila Resuli (l’anima delle edizioni Clepsydra) sta lavorando a mio avviso molto bene, con grande passione.

    stefania

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