Girotondo otto – al g8

Hieronymus Bosch – The Garden of Earthly Delights – The exterior (shutters)

Come girano mordendosi le code

 uno con l’altro cappelli e pulci!

 Sembra il circo della mia infanzia

quando mia madre mi teneva la mano

 davanti ai pagliacci, Che paura!

Dopo si deliziava nel ruolo di mamma scimmia,

scrupolosa e intenta cercando uova viaggianti

 sui nostri capelli lucidi e fluttuanti,

 ancora legati al funambolo di scena!

 Ed ora? come me tutti cresciuti

assisto al penoso girotondo

di grandi miseri della terra

che spostano corte e cortigiani altrove,

 dove neanche la terra c’è più,

fragorosamente crollata nel potere del cemento!

Chi mai li ha voluti i loro banchetti sull’isola

liberata da armamenti e sfoggio di belligerante attesa!

 Chi si è ingannato ed inganna nel rivendicare le ossa di fine pasto,

 si accontenti ora di colonne infami che bucano il cielo a quadretti,

cemento e ferro, e sempre fame, immobili nel tempo,

al posto di secolari querce.

E continuano a mordersi la coda e le mani,

magari il ventre sempre colmo,

 rivendicando possesso ancora,

 tacendo sull’isola che di granito è fatta,

di vento e ginestre, di marea che avvicina e porta via!

 I potenti si divorino pure,

 gli indigeni compiono riti di ringraziamento agli dei dispettosi.

4 risposte a “Girotondo otto – al g8”

  1. e da ‘sardina’ qualcosa che già scrissi in ‘cartesensibil’, grazie alla disponibilità e comprensione di fernanda…

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  2. se ci chiuderanno la parola, dietro righe di ferro, allora andremo a capo nell’irriguo campo della veglia e saremo in tanti a tenerci compagnia. Ciao Api,f.

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